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Bonus Sud, sbloccati 500 milioni di euro per le pmi

A seguito della richiesta dell’Agenzia delle entrate, le imprese del Sud potranno accedere ad oltre mezzo miliardo di euro di crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali, beneficiando subito del bonus fiscale. La circola del Viminale consentirà di bypassare la procedura standard; difatti, le imprese potranno accedere alle risorse del bonus senza dover più presentare i certificati antimafia, avendo la possibilità di mettersi in regola successivamente. La rinuncia alla verifica preventiva consentirà, infatti, di ridurre i tempi d’attesa.

L’Agenzia delle entrate procederà ad autorizzare la fruizione del credito di imposta, decorsi 30 giorni dalla consultazione della Banca dati istituita dal Codice antimafia, informandone la prefettura competente.

Nel caso in cui, successivamente all’autorizzazione, l’istruttoria della prefettura dovesse concludersi con il risultato «esito interdittivo», si procederà al blocco del credito d’imposta, se autorizzato ma non ancora fruito. Oppure, al recupero del credito, se già fruito dall’azienda, con l’imposizione di relative sanzioni e interessi.

A conti fatti, tra incentivi pubblici e spesa dei privati, il via libera del Viminale e il conseguente lasciapassare delle Entrate alla fruizione del bonus Sud faranno ricadere sul tessuto produttivo del Mezzogiorno risorse per circa 2,1 miliardi di euro.

Secondo dati diffusi dal ministero del Sud quasi la metà del credito d’imposta andrà a finanziare attività manifatturiere (46,4%), mentre il resto del bonus sarà così distribuito:

  • 13,9% per commercio, riparazione veicoli;
  • 13,2% per le costruzioni;
  • 5,4% su energia, comparto idrico, rifiuti;
  • 5,4% per servizi alloggio e ristorazione;
  • 3,6% su noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese;
  • 3,1% per sanità e assistenza sociale.

Un chiarimento importante, contenuto nella circolare del ministero dell’interno, riguardava il caso in cui la documentazione interdittiva venga comunicata successivamente a una precedente liberatoria antimafia, in virtù della quale era già stata legittimamente autorizzata la fruizione del credito d’imposta, senza l’apposizione di condizioni risolutive. In questo caso, la circolare ha precisato che non può intervenire la revoca del contributo già concesso, poiché la verifica dell’antimafia ha valore solo in riferimento alla concessione dell’aiuto e non anche in fase di erogazione, per la quale la norma non prevede alcun controllo in tal senso.

Fonte: italiaoggi.it


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