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Sanità 4.0. Ospedali high-tech oggi una realtà!

NASI elettronici che monitorano la qualità dell’aria in corsia. Sensori nei materassi per rilevare movimenti anomali dei degenti. Stampanti 3D in sala operatoria che realizzano “pezzi di ricambio”. E ancora: visori per la realtà aumentata, software predittivi per la diagnostica, sistemi di geolocalizzazione delle attrezzature biomediche.

Abituati alla realtà italiana che spesso non riesce  a garantire nemmeno i livelli essenziali di assistenza, tuttò ciò sembra fantascienza. Eppure questo stravolgimento tecnologico, oltre che possibile, oggi è già realtà nelle famose “Cleveland Clinic”, dove un medico può monitorare fino a 150 pazienti da una stanza a cui arrivano informazioni da cliniche sparse sul territorio circostante.

«Siamo in un momento storico – spiega Giorgia Zunino, direttrice scientifica di Hedux, associazione di ricerca che promuove progetti di alta formazione, e dirigente tecnico all’Ircss San Martino di Genova – in cui la sensibilità e la potenza degli strumenti sono aumentate esponenzialmente, il che avrà ripercussioni fortissime in ambito sanitario. Il primo e più importante impatto della tecnologia sugli ospedali sarà quello di ridurre il numero di ricoveri».

Non indifferente sarebbe anche il risparmio economico: gli anziani e i pazienti cronici, per esempio, verrebbero seguiti dalle loro abitazioni, grazie a sistemi di sensori e software predittivi che comunicano in tempo reale con i medici e prescrivono il ricovero solo quando strettamente necessario.
«Anche gli esami clinici, almeno quelli di base, saranno fatti in casa, con dispositivi economici da usare in combinazione con lo smartphone. I laboratori ospedalieri diventeranno un tutt’uno con le sale operatorie e saranno dotati di stampanti 3D per produrre sul momento organi e tessuti da impiantare nei pazienti», aggiunge Zunino.

Una sorprendente novità, già possibile ad oggi, sarebbe l’utilizzo di occhiali per la realtà aumentata, dispositivi tecnologici che consentono a chi li indossa di registrare foto e video e di ricevere informazioni che vengono visualizzate in tempo reale sovrapposte sul proprio campo visivo. Una tecnologia sperimentata con successo alla Federico II di Napoli: «I visori – spiega Paolo Pari, del direttivo dell’Aiic – sono stati utilizzati per il controllo e la manutenzione delle apparecchiature biomediche». Ma non finisce qui: interesssante sarebbe sperimenttarne l’utilizzo da parte dei chirurghi, per avere per esempio informazioni in tempo reale sui parametri vitali del paziente, ma per questo bisognerà invece aspettare ancora qualche anno. «La risoluzione degli smart glass – dice ancora Pari – non è ancora sufficiente per consentirne l’impiego in sala operatoria. Ma è solo questione di tempo».


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