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Cloud, Web Marketing & Social Network. Professionisti sempre più smart

Il 2016 è risultato l’anno per gli investimenti Ict realizzati dagli studi professionali italiani: la spesa complessiva in tecnologie di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro cresce del 2,5%.
Utilizzata da molti come leva strategica per migliorare l’organizzazione e il posizionamento sul mercato, la spesa media in tecnologie informatiche nel 2016 per studio si assesta sui 9 mila euro con un’incidenza pari al 16% dei costi complessivi sostenuti.
Questi i dati raccolti nella ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitaledella School of Management del Politecnico di Milano.

Protagonista dell’interesse comune il sito web, visto come un utilissimo strumento per comunicare di più e meglio con la clientela servita e potenziale.
Ma non dimentichiamo il cloud computing: adottato già dal 36% per tutti o una parte dei processi lavorativi. Diminuzione dei rischi (25%) e dei costi (17%), miglioramento del servizio (16%), aumento del tempo a disposizione (16%) e della velocità dei processi (16%) i maggiori benefici percepiti da chi utilizza il cloud.
Inoltre, secondo i dati, è boom dei social network, il cui utilizzo tocca un incremento del 20%.

“Il mondo delle professioni, anche se con velocità non omogenee, si sta muovendo verso l’era digitale e lancia un segnale forte: abbracciando l’innovazione tecnologica, gli studi rappresentano un sostegno fondamentale per la crescita del sistema imprenditoriale nazionale – spiega Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale -. Le tecnologie informatiche stanno supportando lo sviluppo degli studi professionali italiani, che investono sempre di più in ICT anche se non sempre le scelte riflettono le effettive necessità, tanto che i benefici percepiti da alcuni studi sono ancora modesti. Di certo, l’adozione di nuovi strumenti tecnologici sta facilitando l’evoluzione di nuovi modelli di organizzativi, per cui si segnala l’importanza degli strumenti di lavoro in mobilità e il cloud, percepito come leva organizzativa prima che tecnologica. Social network e consulenza online crescono e integrano sempre più la proposta dei servizi, mentre gli smart data rappresentano per alcuni una buona realtà, per la maggior parte una grande area di interesse”.

“I progetti di innovazione avviati dagli studi professionali riguardano principalmente ancora l’efficienza interna e la gestione delle relazioni tramite le tecnologie, ma l’innovazione sui servizi è già rilevante e segnala una cultura in crescita – sottolinea Elisa Santorsola, Ricercatrice dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale – Aumenta l’impatto del cloud computing, che nei prossimi anni vedrà un’importante adozione tra gli studi più piccoli, che manifestano l’interesse più elevato. In generale, l’interesse per le tecnologie di media-alta innovazione è costante tra gli studi professionali, anche se non sempre viene trasformato in progetti reali”.


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